Tentativi falliti, indirizzi non confermati, mancate consegne anche a orari perfettamente normali.
Lei intanto continua a mantenere una presenza silenziosa ma costante.
Niente confronti diretti.
Nessuna parola fuori posto.
Solo una gestione personale dell’accesso, come se il palazzo le appartenesse.
Da allora ho iniziato a cambiare strategia.
Chiedo di farmi chiamare sul cellulare.
Scendo appena sento il motore fermarsi.
A volte lascio un biglietto sulla porta con scritto che attendo una consegna.
Ma anche così non è detto che funzioni.
Perché se Rita è di guardia, tutto diventa meno certo.
Il portone non è più semplicemente un ingresso.
Diventa un filtro.
E chi lo controlla non è l’amministratore.
È lei.
Silenziosa, inamovibile, e convinta di fare la cosa giusta.
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