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La tabaccaia (parte 2)

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Diego passa la notte da me, ma a parte qualche rumore proveniente da sopra, la nottata trascorre tranquilla. Sono gli stessi rumori a svegliarci il mattino presto, questa volti accompagnati da un odore di legno bruciato molto forte. Penso che qualcuno stia bruciando delle sterpaglie ma non ci mettiamo molto a capire che l’odore di bruciato non proviene da fuori.

In quel momento decidiamo di andare di sopra a conoscere il mio vicino. È un po’ troppo presto, quindi aspettiamo un orario più consono per andare a bussare, nuovamente alla porta del vicino. Nel frattempo sentiamo distintamente voci, rumore di mobili spostati e questa puzza di bruciato che in certi momenti ci arriva in gola.

Verso le 10 del mattino, facciamo le scale e ci ritroviamo davanti la solita vecchia porta. Busso. Nessuna risposta. Bussa anche Diego, con più energia. Sembriamo due ebeti in attesa che qualcuno di risponda. Abbiamo la sensazione che l’odore di bruciato arrivi proprio da dentro l’appartamento, così, dopo un po’ Diego prede a calci la porta tra le due ante, fino a quando questa cede al centro e si apre.

L’appartamento è completamente vuoto. Le persiane spalancate, è tutto molto luminoso, ma… non c’è assolutamente nulla. Polvere per terra e qualche vecchia impronta lasciata, probabilmente dagli operai. Lui entra mentre io rimangono un passo indietro.

C’è nessuno?” Urla Diego mentre entra tra la polvere. Mi chiedo come mai il rumore di mobili trascinati quando non c’è alcun mobile… Il soppalco è identico al mio ed è l’unica cosa che c’è in quell’appartamento.

Diego avanza, facendo le scale che conducono al piano superiore, dove c’è la camera da letto e l’unica stanza chiusa: il bagno.

Io continuo a sentire quell’odore molto forte, mentre lui, lentamente (e coraggiosamente) sale la scala di legno che scricchiola a ogni passo. Quando arriva davanti alla porta del bagno mi dice che è aperta e il bagno completamente vuoto.

Guardando attraverso le finestre mi accorgo che c’è un filo di fumo nell’appartamento. Leggero, leggero, si vede solo quando attraversato dai raggi di sole. Decidiamo di tornare in casa, di sicuro questo appartamento non è abitato da nessuno. Mentre rientriamo, proviamo a pensarle tutte: le persiane che sbattevano? Possibile, ma strano: le mie non sbattevano affatto era estate e non tirava un alito di vento. Il soppalco di legno che si assesta? E il fumo? Sicuramente arriva da fuori e penetra nell’appartamento da qualche fessura che non abbiamo notato.

Le mie spiegazioni logiche fanno i conti con l’illogica ma le accetto, perché non so cosa altro pensare.

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