L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

L’appartamento sfitto

Era il 26 febbraio, qui nella bergamasca la faccenda era già parecchio grave e dopo una settimana scattò il lockdown regionale, seguito il giorno dopo da quello nazionale. Era più che ovvio che il comando dei vigili avesse altro da fare.
Vennero in sopralluogo accompagnati dai carabinieri (toh!), ma da pochi giorni erano state un po’ allentate le restrizioni per quanto riguardava le attività produttive e gli “ospiti”, molto probabilmente, erano al lavoro. Non c’erano nemmeno i miei inquilini, manco le figlie (e sì che eravamo in lockdown… Mah…!), e quindi non se ne fece nulla.

Tenni controllato, ma non vidi mai nessuno e dopo un po’ la “camera” venne rimossa.

La primavera e l’estate videro la sottoscritta molto nervosa, vuoi per la questione Covid che qui ha picchiato duro, vuoi per la frustrazione di non essere riuscita a cogliere gli abusivi con le mani nel sacco, fatto che mi avrebbe fornito l’occasione per sfrattare gli inquilini, e quindi ogni minima cosa mi portava a discutere con loro.

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Per salire nell’altro solaio passavo attraverso l’appartamento sfitto sopra il mio, per non stare a scendere le mie scale e risalire le altre. Un giorno, aprendo la porta d’ingresso di questo appartamento per recarmi nel solaio, mi trovo l’accesso sbarrato da un enorme divano che occupa tutto il vano scala. Lo sposto e salgo di sopra, ridiscendo e lo lascio di traverso.

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