L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

L’appartamento sfitto

A quel punto erano saliti anche il marito e la figlia grande, che mi guardava con occhi sgranati come a dire “ma voi siete tutti matti”, e si sono messi tutti ad aiutarmi a buttare la roba di sotto.

Era arrivato anche mio figlio, che con un balzo felino ha salvato il contenuto di una scatola di cartone che stava cadendo dallo scatolone, rivelandosi una stufa.
“Sarà di nessuno, quello che era in solaio a dormire lo scorso inverno!”, esclamo con più veleno in corpo di una vipera, e aggiungo: “Tienila tu, così la porti nel tuo appartamento e il prossimo inverno potrai finalmente scaldarti” (al momento viveva in un appartamento privo di riscaldamento, attiguo a quello del padre).
Dalla finestra volano quindi la carrozzina, i seggiolini, la lampada.

Mentre i due uomini (mio figlio e il mio inquilino) iniziano ad affrontare il comò, il mio ragazzo fa presente che sarebbe più facile spostarlo togliendone i cassetti. Cerca di toglierli, ma hanno il “fermo”. L’inquilino allora dice: “C’è un gancetto da manovrare per poterli sganciare”, mentre la moglie analizza il contenuto. Emerge una fotografia di quelle commemorative dei defunti e, nella penombra di primo acchito, a chi non la conosceva bene poteva benissimo sembrare mia madre. L’arpia me la lancia e mi sibila: “E questa chi è?”, come a volermi accusare che il comò fosse mio perché c’era la foto di questa donna che vagamente somigliava a mamma.

Ecco un altro VDI:   Mi odiano e non capisco il motivo

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