L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

L’infame

Intorno al mio fabbricato ci sono molte auto e pochi parcheggi.

Talvolta tutti gli spazi disponibili sono occupati e ci si parcheggia in un tratto di strada privata che dà accesso ai garage girando intorno al fabbricato, lunga circa 20 metri e in leggera pendenza, larga almeno 5 metri e dritta (costeggia il lato corto del fabbricato), sicché due auto affiancate possono transitarvi senza problemi).

Una sera lasciai l’auto in quel punto e la mattina seguente trovai un biglietto anonimo sul parabrezza nel quale mi si accusava di essere un incosciente per aver parcheggiato lì e che la prossima volta sarebbero stati avvertiti i vigili urbani (per inciso, non c’è divieto di sosta e non si crea intralcio alla circolazione perché la strada è abbastanza larga e comunque è proprietà del condominio).

Anticipo che il vicino infame non è l’autore di questo biglietto.

Scrissi una risposta, firmandomi, e spiegando quanto ho riportato qui, aggiungendo pure che se realmente ci fosse stato un pericolo per la circolazione sarebbe stato opportuno avvertirmi citofonando anziché fare minacce, e affissi il messaggio su tutti i portoni (ci sono più scale nel fabbricato ed essendo anonimo il biglietto non sapevo chi fosse l’autore).

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Dopo un giorno citofonò l'”anonimo”, che ripeto non è l’infame. Preparatevi a ridere!

Era molto innervosito, ma comunque riuscii a calmarlo e mi spiegò la dinamica: quella mattina lui usciva dal garage in auto molto velocemente (andava di fretta) e sulla strada d’accesso incrociò un altro condomino, il vero infame; frenò quindi bruscamente e preso dallo spavento scese dall’auto, al che l’altro anziché calmarlo lo aizzò e lo indusse a lasciare il biglietto per protestare contro il parcheggio in quel punto.

Ma non è finita!

Nel colloquio emerse che l’infame aveva strappato i biglietti da tutti i portoni lasciandone soltanto uno: quello sul portone dell’autore del biglietto! E perché? Perché voleva far credere all’autore che io lo avevo individuato; come non si sa, visto che il biglietto era stato scritto in stampatello e anche in modo molto frettoloso, visto il momento concitato, e poi non conosco la grafia di alcun condomino.

Al che io gli dissi che avevo lasciato la mia risposta su tutti i portoni e non solo sul suo.

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L’autore capì di essere stato gabbato e usato dall’infame che evidentemente non voleva esporsi, così tutto fu messo in chiaro e la vicenda si concluse nel migliore di modi.

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