L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato, vicini violenti

Lo scemo del villaggio

Dopo la denuncia non successe niente. Continuava a uscire di casa, tutte le volte che ci vedeva, spesso solo con un paio di mutande addosso, a volte completamente nudo. Aveva cominciato a lanciarci anche sassi, legni e tutto quello che gli passava tra le mani, mentre farfugliava qualcosa sul fatto che avevamo urtato la sua macchina, quando io non credevo neanche che avesse una macchina.

Pochi giorni prima che mio figlio nascesse, venne a trovarmi mia madre e ovviamente, lui attaccò anche lei: l’accolse con un bastone e la minacciò urlandole che “la madre della putt*ana non era gradita”. Quando lei gli rispose in dialetto di farsi i ca*zi propri, lui lanciò il bastone e la colpì in testa. Al pronto soccorso le diedero 7 punti e 30 giorni di prognosi.

Scattò un’ulteriore denuncia per danni personali… quando, con mia madre, spiegai alle forze dell’ordine le problematiche di questo signore, loro sembrano conoscerlo bene, ma a quel punto, la storia cominciò ad assumere i contorni di film di fantascienza.

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Venimmo a sapere che il tizio era considerato dalla legge italiana, perfettamente in grado di intendere e di volere. Aveva la patente, che non gli era mai stata revocata, non aveva alcun tipo di invalidità conclamata ed era considerato assolutamente sano di mente, anche se TUTTI sapevano che non lo era affatto. Parlando con altre persone venne fuori ogni sorta di teoria sulla sua condizione, dall’autismo alla semplice dipendenza da alcol e droga che sembrava essere la teoria predominante.

Non riuscivo a capacitarmi della cosa, come era possibile che nessuno si era accorto che aveva dei problemi psichiatrici seri? Da quanto tempo non veniva “controllato”? Come è possibile che una persona, anche violenta, venisse considerata come sana di mente, o al limite, un drogato? Ma soprattutto, come non dare una mano ad una famiglia in queste condizioni?

Pochi giorni dopo la nascita di mio figlio, il padre del tizio venne ricoverato a causa di un ictus. Il ricovero, purtroppo, durò poco perchè a distanza di qualche altro giorno, l’anziano morì.

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Il giorno del funerale in figlio non era presente, si era allontanato dopo aver saputo della morte del padre e non aveva fatto ritorno. Aveva lasciato l’anziana madre sola e la povera donna non era totalmente autosufficiente e aveva dei grandi vuoti di memoria. Nessuno riusciva a credere che il figlio avesse abbandonato la madre e quella, secondo alcuni, fu l’ulteriore dimostrazione che lui avesse dei seri problemi.

4 o 5 giorni dopo il funerale, un pescatore, vide un corpo galleggiare nel fiume a circa 15/20 chilometri da qui, era lui. La notizia si diffuse velocemente e molte televisioni nazionali fecero lunghi servizi su questo fatto di cronaca.

La mamma passò il resto della vita in un istituto fino a quando si spense, erano passati solo pochi mesi dai fatti.

Sono passati molti anni, ci ripenso spesso, penso alla paura, penso a quella coppia di anziani con quel figlio che, nonostante mi terrorizzasse, aveva bisogno di aiuto. Lui, come i genitori è stato abbandonato a sè stesso e mi rimane un dubbio: se qualcuno avesse fatto qualcosa, se ci fossero stati degli assistenti sociali attenti, se ci fossero state delle istituzioni vicine le cose avrebbero potuto andare diversamente? So solo che è stato bollato come “lo scemo del villaggio” e tutti se ne sono lavati le mani.

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