Erano lì, come al solito, come ogni giorno: quel maledetto manipolo di tre persone.
Il sig. Carl Fredricksen, l’omino dei garage, Nikotina Kid e il padrone di porchettocane, un cane meticcio chiamato così oltre che per la forma simile a quella di una porchetta, anche perché dotato di una libido fuori dal comune che lo porta a voler trombare tutto ciò che si muove.
Sono sempre lì a parlare, a discutere a pianificare.
Si trovano esattamente nella direzione in cui devo andare io e vorrei evitarli, ma sono sicuro che se cambiassi strada il sig. Carl mi apparirebbe davanti come in uno di quei film horror coreani.
Nonostante l’età avanzata quel vecchietto guida una Lancia Y lanciandola a velocità smodata per il paese, seminando panico e terrore.
In un paio di occasioni è riuscito anche a sorpassare Dominic Torello poco prima della discesa del garage con stupore e mestizia di quest’ultimo che per la troppa tristezza ha persino rinunciato alla consueta missione di soft air.
L’anno scorso, il sig. Carl, ha persino rischiato di morire, ma questa sua innata capacità di traslare e fluttuare senza toccare il pavimento l’ha salvato.
Come al solito era nel garage per sabotare i quadri elettrici.
Una nostra vicina, neo bis mamma, distrutta dalle notti insonni e dal lavoro da 10 ore al giorno ha lasciato l’auto accesa all’inizio della discesa del garage.
Ha tentato di aprire il cancello automatico col telecomando, ma evidentemente il sig. Carl aveva sabotato la trasmittente.
È quindi scesa dall’auto e ha percorso la discesa per tentare di aprire il cancello con la chiave.
Non ha fatto nemmeno in tempo ad arrivare a metà discesa che l’auto, lasciata in folle e presumibilmente senza freno a mano, ha iniziato a scendere, ha preso una discreta velocità, ha sfondato la doppia porta del cancello rompendo i bracci meccanici e ha puntato verso destra dove c’era il sig. Carl.
Quest’ultimo, che deve aver imparato la tecnica del tamburo direttamente ad Okinawa dal maestro Miyagi, ha fatto una rotazione e ha traslato, fluttuando, riparandosi nel vano contatori, schivando così l’auto che si è schiantata contro il muro e un basculante.
⁃ “Ciò volevito coparme?”(Volevi forse uccidermi?)
⁃ “No!”Dice lei piangendo. “Si è fatto male?”
⁃ “No no niente, ma perché non te meti la machina in garage come tute le persone normali?” (Garage va pronunciato così come è scritto Ga-ra-ge)
⁃ … pianti e singhiozzi…
⁃
Lui invece scompare nel buio delle tenebre avendo acquisito la consapevolezza di essere immortale. Si è disinteressato, ha lasciato la vicina lì piangente e sotto shock con la macchina accartocciata sul muro.
Lui è fatto così, creatura degli inferi, non ha cuore.
Proprio per evitare un incontro da solo con questo essere antropomorfo che di umano però, a questo punto ha poco, affronto l’intero manipolo. Farà il timido e lascerà parlare gli altri come al solito.
Mi ignorano.
Porchettocane mi viene incontro mi supera ed entra nel nostro giardino condominiale.
Andrà a marcare tutti i muretti e lascerà sicuramente un ricordino nel nostro giardino che il suo padrone non raccoglierà mai…
Stanno confabulando.
L’altra notte è avvenuto un delitto.
Quattro pneumatici appartenenti alla stessa auto sono stati sgozzati…
Un atto intimidatorio contro la bio mamma che intra ed extra condominio annovera almeno 15/20 nemici…
Sono tutti possibili sospettati, ma…
Qualche giorno prima il padrone di porchettocane ha litigato proprio con la bio mamma per una questione di cacche di cane nel giardino condominiale….lui dice che il guinzaglio al suo cane non lo metterà mai perché è umiliante, lei fotografa, chiama i vigili, ma sappiamo come vanno queste cose…
Il manipolo si zittisce quando passo….
Io ho le cuffie nelle orecchie, sta suonando “The Chemical between us” dei Bush, non li avrei sentiti comunque.
Ho inteso qualche gesto in codice tra loro…
Non mi vogliono far sapere. Loro sanno chi è stato e forse in quel gruppo ci sono un delinquente e due complici.
In tre fanno 230 anni. Dexter, hai solo da imparare….Sei solo un dilettante….
Appena sorpassati ricominceranno a parlare…. mi guardano con sospetto. Forse pensano che io possa dubitare di uno di loro…
Il sig. Carl fa per venire verso di me
Accelero il passo. Lui inizia a fluttuare come lo stregone Lo Pan in grosso guaio a Chinatown.
Lo percepisco, è dietro di me, accelero il passo, non trovo la chiave dell’auto…. eccola. Salgo sulla mia auto metto in moto e parto.
L’ho evitato.
Ripasso per forza di cose davanti ai tre che mi salutano amichevolmente come il clown Pennywise faceva con i bambini di Derry nel Maine.
Da oggi ho tre nuovi amici…
**Storia pubblicata con l’autorizzazione del genio di Massimo Atzeni
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