L'erba del vicino non è sempre più verde

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Lo Yeti

Per mesi e mesi non l’avevo mai incontrato, ma il suo trattore era perennemente nei campi, fino a tarda notte. Faceva un rumore non fastidioso “che fa parte di questo posto”, perchè aveva l’accortezza di star distante da casa mia, durante le ore serali e notturne.

Una sera, nel percorrere la strada che porta a casa, mi attraversa la strada un gatto. Lo prendo in pieno. Mi fermo e mi accorgo che la povera bestia è ferita. Ferito ma vivo, ansima e rimane sdraiato, immobile sul ciglio della strada. Sono con mia moglie, lo carico in macchina cercando di muoverlo il meno possibile e lo porto alla clinica veterinaria, non perde sangue, solo non si muove e ansima. Devo fare parecchia strada, ma è l’unica aperta 24 ore al giorno e non importa. Mia moglie tiene il micio nel vestito, lui ancora non si muove ma respira.

Quando arriviamo alla clinica, il veterinario si rende conto che le condizioni del gatto sono disperate. Viene operato d’urgenza: secondo il veterinario ha lacerato gravemente l’intestino e c’è con una grave emorragia interna. Dopo ore interminabili, il veterinario dice che l’operazione è andata bene ma ci vorranno ore per capire se il gatto è fuori pericolo.

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Mi dice anche che il gatto aveva un collare con una medaglietta e un numero di telefono inciso. Mi consegna la medaglietta e a notte fonda ce ne andiamo, lasciando il gatto al veterinario.

L’indomani penso di chiamare quel numero: il gatto ha un padrone, probabilmente lo sta cercando. Chiamo il numero e dall’altra parte sento “pronto

Spiego chi sono e cosa è successo, l’uomo mi dice che sa chi sono e poco dopo capisco che sto parlando con “lo Yeti”. Rabbrividisco. Non era proprio il caso di trovarsi a parlare con quel tizio per di più, gli ho investito il gatto.

Lui mi ascolta e poi mi dice: “dov’è adesso? Sta bene?

Rispondo che il gatto è dal veterinario, che è stato operato, ma è ancora in pericolo di vita, lui ancora “fammi sapere come sta” e riattacca. Mi è sembrato scontroso ma non ha fatto scenate ed ha capito che il micio mi ha attraversato la strada improvvisamente e non potevo evitarlo, nonostante la frenata. Certo, in quel momento ho temuto, visto tutto quello che mi era stato detto sullo Yeti,

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La clinica ha tenuto il micio per 1 settimana. Una settimana di flebo e cure (a dire il vero pagate una follia, ma questo è un dettaglio). Arriva il giorno in cui devo andare a riprenderlo. Lo porto a casa mia, poi chiamo lo Yeti.

Devono aver ragione: quell’uomo è proprio uno stronzo. Gli rispondo che il gatto è da me e che sono disposto a portarglielo. Mi risponde che posso portarlo da lui. Il tono non è affatto amichevole. Mia moglie decide che vuole venire con me, così carico lei e il trasportino che ci hanno prestato, esco dalla mia proprietà e prendo la stradina che mi porta dal vicino.

La strada è dissestata, al punto che non riesco quasi a procedere, ma alla fine arrivo nell’aia della casa. Lui è li, come sempre ci scruta come fossimo 2 alieni. Mia moglie prende il trasportino ed esce dalla macchina. Mi avvicino a lui, cazzarola, è davvero grosso, ma non sono intimidito, non ne ho motivo, in fondo gli sto riportando il suo gatto.

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Non saluta, ma fa un leggero cenno con la testa, lo prenderò come saluto.

Si avvicina al trasportino e li succede qualcosa che non mi sarei mai aspettato: lo Yeti si trasforma in un agnellino, guarda il gatto e sorride. Ha pochi denti ma il suo sorriso è di quelli che rimangono impressi. Vengo distratto da un odore mostruoso, mi guardo attorno e vedo altri gatti, tutti con il collare e una medaglietta. Ci sono anche 2 piccoli cagnolini che arrivano abbaiando, ma subito si mettono a giocare. Lui continua a guardare il suo micio ancora dentro il trasportino. Sembra un bambino davanti a un cesto di caramelle.

Guardo mia moglie, sta pensando la stessa cosa e me lo fa capire con una smorfia. Lo Yeti mi chiede “quanto vi devo dare per l’intervento?”

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