L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

L’uomo dei maltrattamenti

Lavoravo in edicola, per cui sveglia alle 6 tutte le mattine. Le mie notti in bianco si sprecano e le chiamate al 113 fioccano a tutte le ore della notte, ma lui invece di darsi una calmata rincara la dose, facendo ancora più casino a tutte le ore del giorno e della notte e urlando di “urlare piano e fare casino sottovoce” perché altrimenti gli avremmo mandato la polizia. Ogni domenica gli lasciavo l’inserto case del giornale locale nella cassetta della posta sperando se ne andassero, ma niente, non si schiodano.

Cambio lavoro, inizio a lavorare su turni e faccio spesso la notte. Se la notte cadeva in settimana non potevo andare a dormire prima delle 8.30 perchè prima di uscire erano delicati come una mandria di gnu in migrazione e mi avevano svegliata più volte con i loro tonfi e le loro urla, se era di sabato o domenica non potevo dormire proprio: musica, urla, tonfi erano la colonna sonora delle mattine.

Nel frattempo arriva la quarta figlia, e ricominciano le urla notturne e tutto il contorno che ne deriva.

Ecco un altro VDI:   Elide e Orietta: racconto integrale

Questo succedeva tra il 1999 e il 2008. Nel 2005 inizio io a cercare casa, sia perchè ero stufa marcia di loro che perché volevo la mia indipendenza, e visto che anche i miei erano sufficientemente stufi mi chiedono di cercare casetta bifamiliare o, casomai, appartamenti in piano alto, meglio se ultimo piano.

  1. Lelia

    Vivo in paesetto tranquillo, casa di proprietà e rumori zero. Vicini? Tutti troppo educati: sono in Paradiso a pregare per noi..

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