L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato, vicina urlatrice

L’urlatrice

MASSIMILIANOOO, GIANFRANCIOSCHIOOOO h24.

Settimana scorsa hanno traslocato. Per giorni hanno usato l’ascensore come se fosse un montacarichi personale, riempiendolo di valigie e scatoloni, che andavano a riprendersi dopo una vita, rendendo impossibile a chiunque anche solo fare la spesa.

Immaginate la scena: dopo un’attesa di 15 minuti, finalmente l’ascensore arriva. Dentro, c’è una valigia grossa quanto me. Decido che non posso restare ancora ad aspettare, che già è un miracolo se i surgelati non sono già liquidi, quindi entro, poggio le buste sulla valigia e salgo.

Per tutto il viaggio, i due pargoli hanno preso a calci le porte dell’ascensore, e lei un po’ urlava ad uno dei figli che non aveva tenuto bloccato l’ascensore, un po’ imprecava sul fatto che le avessi rubato l’ascensore e che “in questo palazzo di merda non si può stare in pace”.

Ah, tu non puoi stare in pace?! 🤨

Però non ho detto nulla, me ne sono tornata in casa, prima che i broccoli avessero la peggio.

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Hanno deciso però di chiudere l’ultimo giorno coi fuochi d’artificio: rompendo le nostre tende sul balcone con le scale per traslochi e dando la colpa a noi, perché non le avevamo chiuse.

“Se lo avessimo saputo, le avremmo chiuse… ma la palla di cristallo sta in riparazione. Perché non siete venuti a bussare?”

Risposta epica: “Non volevamo disturbare.”

A quel punto, si è fatto a gara a chi urlava di più (probabilmente lei ci ha battuti con l’esperienza, ma non ho avuto voce per due giorni, quindi posso dire di essermi difesa abbastanza).

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