Nel frattempo riempio un altro sacco e per cercare di essere “civile” con un Uniposca ci scrivo “PANNOLINI”.
Passa ancora un po’ di tempo ed una mattina, uscendo, mi ritrovo i 2 sacchi aperti davanti al mio garage. Questa volta non c’è nessun biglietto, ma so perfettamente chi li ha appoggiati li.
Decido di parlare: “guardi TP, sono i sacchi consegnati dal Comune per la raccolta dei pannolini, sono stati loro ad autorizzarmi a metterli li”.
Lei comincia una filippica dicendo che deve essere il condominio ad autorizzare una cosa del genere, non la municipalizzata. Francamente non lo so, ma se mi dicono di fare una cosa in quel modo, la faccio. Passano una decina di giorni, i sacchi precedenti sono stati portati vie e ci sono 2 sacchetti di pannolini usati.
Sono ben chiusi e non si sentono particolari odori, anche perché in quel punto, l’unica cosa che da veramente fastidio è l’odore dell’umido. Ancora una volta, TP pensa bene di metterli davanti al mio garage. Li riporto nel sottoscala (che pazienza), poi prendo un foglio e con il pennarello scrivo: “non spostare, rischio biologico – altamente tossico”. Disegno anche il simbolo del pericolo biologico, pensando di fare una “cosa simpatica”.
Successivamente mi ritrovo i sacchi ridotti in brandelli e tutti i pannolini davanti al mio garage. Ha aperto i sacchi e passo i pannolini pur di fare un dispetto. Mi immagino la top manager, con il suo tailleur e i suoi gioielli rovistare tra la mer*a di mio figlio per fare un dispetto a me.
Ora ha veramente esagerato le suono ma la sto*za non risponde. Sono sicuro che è in casa e che mi sta guardando dallo spioncino, quindi le dico “provaci ancora e ti faccio pentire davvero“. Lei a quel punto apre la porta incazzatissima e mi urla che “io dovevo avvertire prima di fare un figlio”.
Vi giuro che appena mi ha detto questa frase mi sono messo a ridere. Non sapevo se scherzasse o fosse seria, ma da quanto urlava, con tutte le vene del collo in evidenza, ho pensato per un attimo di farle mangiare tutti i pannolini e non so cosa mi abbia trattenuto.
Il giorno dopo questa scenata arriva il famoso bidone con la chiave. Un semplicissimo bidone come gli altri, con su scritto “pannolini”. Mi viene consegnata la chiave senza la quale il bidone non può essere aperto. Devo posizionare i pannolini nei sacchi blu e da li nel bidone.
Sembrava tutto finito. Avevo già messo dentro un paio di sacchi (nel frattempo cercavo di tenerli sul balcone per non peggiorare la situazione). Il giorno dopo mi trovo il bidone con il coperchio forzato, buttato in terra e tutti i sacchi con i pannolini fuori.
Ho perso la pazienza e ho sparso tutti i pannolini sullo zerbino di TP.
Appena ho finito, ho fotografato il tutto e con le foto di ciò che aveva messo davanti al mio garage, sono andato in caserma a denunciare.
Ho denunciato la signora per aver rotto il mio bidone e per aver “trafficato” con i pannolini di mio figlio, visto che probabilmente è una feticista.
Ho raccontato ai CC di come la signora fosse ossessionata da questi e di come passasse le sue giornate rovistando tra i sacchi contenenti la cacca di mio figlio, probabilmente in cerca di compensare un desiderio di maternità represso per anni, oppure qualche forma di appagamento legato alla sfera sessuale.
Sono stato preso molto seriamente poiché per lavoro mi occupo di persone con dipendenze e disturbi mentali.
Vi terrò aggiornati sull’esito della denuncia.
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