Quando io e mia moglie siamo venuti a vivere qui, eravamo due giovani sposi che avevano acquistato questo appartamento. Dopo circa 1 anno che vivevamo qui, è nato nostro figlio. Quando lo portiamo a casa sono tutti felici, anche i vicini che l’accolgono benissimo. Non ho messo fiocchi azzurri ed addobbi nel palazzo, solo una coccarda azzurra fuori dalla porta.
Moltissimi sono venuti a conoscerlo una volta arrivato a casa, altri si sono avvicinati a lui mentre era nella carrozzina. In linea di massima tutti hanno dispensato sorrisi, tranne lei: la megera che noi chiamiamo affettuosamente TiPi (The Problem).
TP, quando ha visto mio figlio per la prima volta, sembrava quasi irritata, probabilmente preoccupata che i pianti del bambino avrebbero potuto in qualche modo disturbare il suo riposo. Lei è una donna manager top plus ultra, ormai vicina alla pensione, abituata a comandare, molto snob e simpatica come la pellagra. Non è importante al fine del racconto ma serve per spiegare il personaggio.
Fortuna vuole che mio figlio nel primo anno di vita sia stato piuttosto tranquillo e le nostre notti insonni siano state davvero poche. Ne ricordo una, però: il bambino probabilmente aveva delle coliche e ha pianto davvero tanto. La mattina dopo, trovo un post-it sulla mia casella della posta con scritto: “fatelo smettere”. Non è firmato ma immagino di chi sia: TP. Aggiungo a penna: “FOTTITI!” e lascio il post-it sulla mia casella della posta.
Da quel momento in poi cala la pace. Il problema però sono in pannolini: il bimbo caga come un leone e vi assicuro che di “santo” non ha proprio nulla. Nel palazzo c’è una piccola isola ecologica con i bidoni per la differenziata, ma manca il bidone per i pannolini. Lo richiedo alla municipalizzata che si occupa dei rifiuti.
Questi rispondono che i bidoni per i pannolini devono essere forniti di chiave e al momento non sono disponibili, di conseguenza, devo usare dei sacchi blu (che mi consegnano) fino a quando non arriverà l’apposito bidone fornito di chiave. Perfetto. Prendo i miei sacchi e aspetto.
Dopo un giorno riempio uno dei sacchi con 4 o 5 pannolini che sembrano provenire direttamente dalle fogne di Calcutta. Chiudo bene il sacco per evitare il propagarsi dei miasmi radioattivi e lo posiziono accanto ai bidoni come mi era stato chiesto di fare.
Passa un giorno o forse due. Trovo il sacco davanti al mio garage, con il solito post-it “Questo è il suo”. Non avendo voglia di dare spiegazioni, riprendo il sacco e lo riporto nell’isola ecologica (che poi è una sorta di sottoscala).
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