Sì, perché fra gli insulti, le ripicche da bambino delle elementari di lui e le mie personali crisi di risa incontrollabili, colgo un dettaglio fantomatico: stanno aspettando l’arrivo del pronto intervento, sia esso pompieri o ambulanza.
Quindi come ogni bravo bambino ubbidiente, faccio quello che ogni condomino rispettoso farebbe in questi casi: mi metto in veranda e, con un flute pieno, aspetto il grande crescendo di questa piéce teatrale. Oh, ragazzi, è Natale, e mi sento di nuovo bambino che scarta i regali sotto l’albero quando arrivano l’ambulanza E i pompieri. Assieme.
Un quarto d’ora dopo, una barella coperta da un telo che porta la creatura mitologica metà donna e metà corda di canapa verso l’ambulanza, slitta velocemente fuori dall’appartamento a fianco, mentre i pompieri ricoprono di insulti e minacce di denuncia il Signor Grigio, che squittisce incerto e castigato come il topo di fogna che è.
Quando finalmente i pompieri se ne vanno, e lui fa per rientrare in casa, questo si gira e mi vede.
Sorridente, placido, inevitabile come Thanos o il Karma, a godermi la reazione di lui che immediatamente realizza che ero io a ridere dall’altra parte del muro stavolta, e che mi son goduto tutta la sua rovinosa caduta dalla grazia dall’inizio alla fine. Anche nelle tenui luci notturne, lo vedo avvampare di rabbia come una piovra disturbata dallo scoglio, e mentre rubizzo se ne torna a grandi passi furibondi in casa, gli faccio un semplice gesto col bicchiere, come per dire “Salute”, un po’ stile Gatsby.
Nemmeno a dirlo, dopo questa performance che lo ha reso lo zimbello del condominio, il viscido sorcio se ne è andato verso lidi più congeniali alla sua specie manipolatrice e bugiarda, e al nostro fianco è venuta ad abitare una coppietta squisita.
“Sono la sghignazzante vendetta di Jack.” -Narratore, Fight Club.
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