La mia vicina infame era la figlia della mia paziente che abitava al piano di sopra della suddetta.

Per capirci era una villetta con la casa della paziente al piano terra e la casa della figlia al piano di sopra a cui si accedeva da una scala interna. La mia dolce vicina, visto che non la facevo entrare in casa nel pieno della notte su ordine dei fratelli, di notte usciva dal portone principale e dall’esterno suonava il campanello.

Al mio far finta di nulla apriva molto lentamente con le proprie chiavi e cercava di capire se stavo aprendo la porta. Al mio rifiuto rimaneva dietro la porta e accendeva e spegneva la luce della scala a intermittenza per un buon dieci minuti. Se ancora non davo segno di aprire saliva le scale e dalla sua finestra lanciava le mollette alla finestra della camera da letto di sua madre morente e se ancora non reagivo prendeva le sedie e le lanciava con tutta la sua forza sul pavimento fino alle 4 del mattino

Ed ora si spiega anche perché i suoi parenti mi vietavano di farla entrare.

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Luca

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