Nel mio condominio c’era un problema: il vicino del primo piano lasciava le scarpe fuori dalla porta, sempre. Fin qui, niente di strano.
Il punto è che aveva una collezione.
Non due scarpe.
Non tre.
Ma una formazione completa, tipo squadra di calcetto: scarpe da ginnastica, ciabatte, scarponi da trekking, sandali, mocassini e un paio di stivali da pioggia, anche ad agosto.
Ogni tanto cambiava disposizione, come se stesse giocando a Battaglia Navale.
La cosa peggiorava con l’arrivo dell’umidità.
L’androne si trasformava in un mix tra spogliatoio da palestra e retrobottega di Decathlon.
Le lamentele partivano in silenzio: sguardi, sospiri, poi i primi bigliettini passivo-aggressivi infilati tra i lacci.
Niente. Le scarpe restavano.
Finché qualcuno – ancora ignoto a oggi – ha deciso di agire.
Page: 1 2
La vicina del piano accanto si chiama Claudia e credi pure che questa storia sia…
La signora Mariangela abita al piano sotto. Ha superato abbondantemente l’età della pensione, ma ha…
Tutto è iniziato con un messaggio nella bacheca. Stampato, ovviamente. Firmato “alcuni condomini del terzo…
All’inizio sembrava simpatica. Educata, sguardo gentile, tipo da “le passo il detersivo se ha finito…
il signor Veronelli abita sopra di me. Preciso, ordinato, in pensione da una vita, con…
All’inizio sembravano cose da niente. Un foglio qua, uno là. Stampati, mai scritti a mano.…