Il signor Gervasio abita al piano terra, proprio accanto all’ingresso del palazzo.
E questa cosa ha fatto nascere in lui una missione personale non richiesta: controllare il citofono come se fosse sua proprietà privata.
Ogni volta che qualcuno suona, lui risponde per primo, anche se il campanello non è per lui.
Non perché sia gentile.
Ma perché vuole sapere.
“Chi è?”
“Per chi?”
“Ha detto secondo piano? Quale interno?”
“Ha suonato prima anche al terzo?”
Il tono è sempre calmo, ma con quella punta di diffidenza da portinaio del 1974, anche se il palazzo non ha portineria da vent’anni.
Una volta è arrivato un mio amico che non era mai venuto prima.
Ha suonato al mio interno.
Prima ancora che potessi rispondere io, Gervasio ha già preso la linea e comincia l’interrogatorio:
“Lei chi è? Perché lo cerca? È atteso?”
Il mio amico, allibito, balbetta qualcosa.
Io rispondo a mia volta e dico “sì sì, è per me”.
Gervasio lascia passare qualche secondo.
Poi dice:
“Va bene… ma la prossima volta avvisi prima.”
Avvisi chi?
Una volta ha fermato un rider all’ingresso chiedendogli se aveva lasciato la bici ben parcheggiata, e se “era stato prima in altri condomini”.
Il ragazzo era lì con una pizza. È andato via senza dire una parola.
E quando il citofono resta attivo troppo a lungo – tipo quei due secondi in più in cui uno cerca le chiavi per aprire – si sente la voce del signor Gervasio dal balconcino:
“Ce la fate o vi serve assistenza?”
Non si arrabbia mai.
Non urla.
Ma tiene il conto.
Una volta ha detto all’amministratore, davanti a tutti:
“In media si suona 18 volte al giorno. Dovremmo razionalizzare.”
Nessuno ha capito cosa volesse dire, ma abbiamo annuito.
Lo trovi lì, ogni mattina, seduto accanto alla finestra.
Non legge.
Non guarda la TV.
Sta.
Aspetta.
Vigila.
Page: 1 2
All’inizio pensavo fosse un caso. Una banana sparita. Un uovo in meno. Una birra che…
Si chiama Mirella, ma nel condominio tutti la chiamano “La Bodycam”. Nessuno gliel’ha mai detto…
Il signor Torrisi abita al piano sopra il mio. Pensionato, vedovo, ex militare. Lui non…
Condividevo casa con Elia. Sulla carta: tranquillo, lavoratore, vegano. Nella realtà: sorvegliante calorico con tendenze…
Non so come si chiami di preciso. Sul citofono c’è scritto solo “C. Bianchi”, ma…
Condividevo casa con Luca. Educato, pulito, profuma di menta anche quando torna dalla palestra. Uno…