In cucina sembrava esplosa una bomba e quella stronza colpiva il soffitto con la scopa, mentre noi piangevamo spaventati e papà soccorreva mamma. Nulla di grave, passata la paura (soprattutto nostra), I miei ripulirono tutta la cucina ma… mentre lo facevano, papà prima arrotolò tutti i tappeti sparsi per la casa, poi ci chiese di cominciare a correre da una stanza all’altra, sbattendo i piedi, i talloni con tutta la forza che avevamo in corpo. Ci chiese di ballare, di saltare e rincorrerci facendo tanto rumore: doveva essere un nuovo gioco.
Andammo avanti 20 minuti mentre il telefono continuava a squillare e si sentivano i colpi arrivare dal pavimento, e più colpi arrivavano più rispondevamo con salti e tallonate. Non ci eravamo mai divertiti tanto in quella casa, come quella sera.
Poi papà ci chiese di smettere. Ci fermammo. Lui scese le scale e andò dalla vicina. Le raccontò cos’era successo con la pirofila, sicuro che lei avesse sentito le urla di dolore e spavento di mamma.
Le disse che non avrebbe mai più accettato di sentire colpi sul soffitto e soprattutto le disse che da quel momento in poi, se mai lo avesse fatto di nuovo, avrebbe detto ai bambini di ricominciare camminare con i talloni.
Per qualche giorno la tizia sembrò aver capito. Non ci fu nessun colpo, poi ricominciò, e allora noi ricominciammo quella sorta di danza della pioggia in giro per casa, con salti e calpestii che ci facevano ridere come i matti.
Papà scese nuovamente da lei e le disse: “Non sto scherzando: succederà ogni singola volta”
Avevamo pestato i piedi così tanto, così forte che la signora disse a mio padre che cadevano pezzi di intonaco.
Poco tempo dopo, il figlio della signora venne a scusarsi con noi e ammettendo che la madre era insopportabile (ricordo che disse “è una donna orribile”) e che noi eravamo bambini estremamente educati.
Promise che la madre non ci avrebbe più disturbati.
Non lo fece più!
Non divenne mai un rapporto amichevole con la tizia, ci ignorammo per il resto del tempo, fino a quando, qualche anno dopo, ci trasferimmo in un’altra Regione… ma questa è un’altra storia.
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