Decido di affrontare la strada buia in salita. Il pastore tedesco di Rozmarin è diventato nostro amico nonostante continui a sbucare dal nulla, in completa assenza di luce, facendomi perdere ogni volta un anno di vita, ma almeno senza ringhiare e abbaiare; decido di passare di là giusto per cambiare giro serale.
Sono le 23 e porto fuori i cani: l’unico motivo che mi spinge a uscire a quell’ora altrimenti me ne starei steso a leggere un libro o guardarmi qualcosa su Netflix.
Percorro tutta la stradina, passo davanti all’abitazione della sig.ra che cammina col passeggino vuoto, poi davanti alla casa di Rozmarin e a quella della coppia Matrioska dove lui è il contenitore di lei.
Arrivo nei pressi di una casetta sulla sinistra che vedo dalla finestra di casa: ho sempre pensato fosse abbandonata.
La casa è una sorta di bifamiliare sviluppata tutta su un piano: la parte di sinistra è diroccata, il tetto è sfondato e davanti all’ingresso c’è un cumulo di macerie sul quale è cresciuta anche della vegetazione. La parte di destra è circondata da un muro di cinta in mattoni grezzi di color grigio. Dall’esterno il muro è alto un paio di metri, ma i tre gradini parzialmente sepolti dai rovi mi fanno pensare che dall’interno sia più basso. A congiungere il muro e la casa, in alto, c’è una tettoia in legno, anch’essa logorata dal tempo.
Davanti all’abitazione è parcheggiato un vecchio Gilera Phantom di colore nero. Poco prima è parcheggiata una vecchia auto grigia tutta ammaccata.
Appoggiato al muro ci sono tre teli mare bianchi e rossi della Marlboro.
Evidentemente la casa non è disabitata, è solo mal tenuta ed utilizzata raramente.
Sono fermo davanti… i cani stanno annusando il terreno, poco prima avevamo visto passare dei gatti.
Da dietro al muro sbuca improvvisamente una testa bionda, di nuca, sembra di una ragazza, poi scompare, poi risale… poi scompare
Ma che cazz…
Mi ricorda quel vecchio gioco dove dei pesciolini aprivano la bocca ritmicamente su una piattaforma girevole e tu li dovevi pescare con la lenza e la calamita…
Poi spunta la testa di un’altra ragazza, sempre bionda, ma con i capelli più corti… sembra svestita, si affaccia e si appoggia con le mani al muro…
Mi vede, ma la cosa la lascia completamente indifferente.
Ha una strana espressione in volto, sembra sofferente…. no aspetta un attimo… tutt’altro, ora sembra un’espressione di gioia, sorride e…. e poi scompare dietro il muro…nuovamente.
Poi sbuca la testa di un ragazzo…
Non ho capito quanta gente ci sia, ma sono almeno tre e sembra si stiano divertendo, complici le bottiglie di birra vuote allineate sulla parte sinistra del muro…
Sbucano di nuovo il ragazzo e una delle due ragazze lui la……
No ma aspettate…. questo rischia di diventare un racconto erotico e voi invece volete sapere che sono tornato a casa, che ho fatto il tampone di rito per il Covid per chi rientra dall’estero e che sono negativo.
È inutile che vi descriva la scena a cui ho assistito…vero?
Un banale racconto erotico, a tratti hard….
Un coitus interruptus della narrazione…
Al mio ritorno a casa ho incontrato subito il sig. Fredericksen (non è che mi aspettasse è che vive lì sotto) il quale mi ha fermato in garage:
⁃ sito tornà? (Sei tornato?)
⁃ Si appena adesso, sarei un po’ stanco dopo 12 ore in viaggio… se non le dispiace la saluto e vado a casa.
⁃ Ah beh ecco, te si stà al mare o in montagna?
⁃ Sono rientrato dalla Russia sempre in retromarcia, ho perso la Kamchatka, ma in compenso ho conquistato la Jacuzia e gli Urali…
⁃ La sig.ra Cengio come stala? Ghetto visto che lavoro che xè drio fare le pompe… tuto il di che le aspira acqua perché ne xè veniù zso tanta (Come sta la signora Cengio? hai visto che lavoro che stanno facendo le pompe – nel vano garage – tutto il giorno che aspirano acqua perché ne è venuta giù tanta)
⁃ Sono arrivato esattamente 20 secondi fa…. si ora in effetti sento…la sig.ra Cengio è morta…
Non mi ascolta.
⁃ Go provà a spegnerle, perché secondo mi le fa tanto rumore..(ho provato a spegnerle perché secondo me fanno casino)…
⁃ Ma come spegnerle? Se le spegne e come mi dice è piovuto tantissimo c’è il rischio che ci allaghiamo…
⁃ Aaahhhhhh, mi pensavo che fusse ahahhaha ahahah ahahah. (Ahhh io pensavo fosse…..)
Forse mi sta coglionando… e mentre ride come Joker scompare nel nulla come solo lui sa fare…
In 30 secondi sono tornato alla vita reale…
Salgo in casa, metto un po’ di cose in terrazza e vedo che Dexter ha installato un elegantissimo finto canneto sulla ringhiera del terrazzo…
Nessun cadavere… nessun omicidio … tutto il condominio con le tapparelle abbassate…. sono tutti via…
E ho interrotto il racconto erotico della penultima sera in vacanza per cosa?
Ma ormai sono arrivato a fine post un post che lascio incompiuto….
A metà.
Un mezzo post interruptus.
**Storia pubblicata con l’autorizzazione del genio di Massimo Atzeni
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