L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato, vicini incivili, Vicini Pazzi

Piantacasini

La cara, quieta e gentile signora, che non avevo mai sospettato potesse rivolgersi a qualcuno con questi toni, stava rimproverando la mia vicina usando un tono assurdo. Mi fu subito evidente come la mia vicina di giardino fosse pure abbastanza disturbata dalla cosa.

Le rispose che lei poteva fare come voleva nel suo giardino, ma questa continuava a insistere che no, non poteva. Che non era giusto. E a un certo punto, per rafforzare il discorso, mise pure in mezzo il fatto che io tenessi in giardino anche delle tavole preparate (per il mio lavoro) e che quindi tutto avesse un’aria “disordinata e incivile”.

Uscii dal cancelletto, mi piazzai sul muretto fuori a braccia conserte continuando ad ascoltare per qualche altro istante. Finalmente si accorse di me e di colpo diventò così rossa da sembrarmi una sua versione cartone animato, una che avrebbe perso fumo nero dalle orecchie.

Scoperta, mi guardò con scoperto odio improvviso e senza più dirmi una parola si voltò verso la mia vicina e disse:

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– Gli uomini non dovresti guardarli! Sei una madre!

Io e la mia vicina ci guardammo in faccia cercando di capire cosa intendesse dire con quelle ultime parole ma non ci fu chiaro.

Scoprii in seguito che la gentile e amichevole signora (fino a quel giorno) non aveva niente nel giardino non perché non crescesse, ma perché era fobica e convinta che le piante portassero malattie ai suoi bambini; che impediva ai suoi vicini di avere qualunque tipo di pianta (soprattutto quelle con spine ma anche che profumavano, perché le portavano “mal di testa insopportabile”) e per questo, perché profumavano, accusava le mie rose di essere responsabili delle sue emicranie.

Inoltre che era convinta che la signora che voleva la rosa nel mio giardino “facesse la cretina con me” accusandola pure di essere una pessima madre, che metteva in pericolo il figlio.

Morale della favola… Nessuno!

Tranne il fatto che, purtroppo, la gentilezza non è quella che sembra e a volte è difficile capirlo.

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Amanita Muscaria, come l’ho sempre chiamata da quel giorno storpiando un po’ il suo cognome, cercò per due anni circa di trovare alleati nella sua lotta alla cementificazione degli spazi, insistendo pure sulle allergie dei bambini.

Era assurda.
Sono ancora perplesso a pensarci.

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