I due mi guardano e la mamma mi dice “eh grazie, ma io sono un maschietto, mi chiamo Manuel”. cerco di riprendermi e dico “ah ecco, complimenti”

In quell’istante, realizzo subito che non sono i miei vicini, ma amici di qualche altro condomino di passaggio. Salgono in macchina e se ne vanno. Va beh dai, ho smesso di contare le figuracce in questo senso, sono stato gentile, gli altri vicini, i genitori della bambina, non ho ancora capito chi siano. Prima o poi li vedrò uscire con qualche culla o carrozzina.

Qualche giorno il fatto della culla… il fattaccio.

Degli amici mi portano in un locale sulla costa, un ristorantino a picco sul mare. Parcheggiamo in una pineta e vedo la golf della vicina. Sicurissimo che sia la sua, la targa la conosco a memoria. Scendo dall’auto e mentre mi avvio verso il ristorante vedo i miei vicini, avvinghiati nella pineta, come due adolescenti.

Tra me e me penso che sia fantastico essere ancora così innamorati. Lei si gira e mi vede, io sorrido e la saluto con un cenno e un “ciao”. Lei mi ignora completamente e si gira nuovamente dandomi le spalle. Lui rimane immobile.

Penso che magari non vogliano farsi vedere da me mentre si scambiano effusioni e li vedo che si allontanano nel buio della pineta tornando verso il parcheggio. Stranamente lui mi sembra molto più grosso del solito e penso che abbia cambiato pettinatura, fortunatamente si è tolto quel “simil banano” che è un pugno in un occhio. Comincio a pensare di aver sbagliato, forse ho salutato gente che non c’entrava niente. Rimango perplesso, ma guardo indietro, da lontano vedo qualcuno che sale nella macchina e poco dopo, la stessa mi passa a 2 metri. Sono sicuro al 100% quella è la sua macchina. Non ho sbagliato.

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