Provengo da un paesino del meridione (mica tanto “ino”) di circa 50000 abitanti, caotico, pieno di traffico e gente molesta e invadente. Ho sempre desiderato andarmene perché vivevo in uno stato di perenne disagio.

Approfittando del fatto che mia moglie facesse supplenze ed avendo avuto il benestare dalla mia azienda per proseguire l’attività lavorativa in remoto, ci siamo trasferiti, a settembre scorso, in una città a nord del Piemonte, famosa per essere stata il principale polo tessile italiano negli anni 80/90. Dopo le prime difficoltà nel trovare casa, riusciamo ad affittare un bilocale immerso nel verde, in collina, a 3 minuti dal centro.

Un sogno che si realizza.

Vicini cordiali e disponibili, silenzio totale, se si escludevano le giornate in cui la ditta veniva a fare manutenzione del verde, ma è il prezzo da pagare se vuoi vivere in mezzo alla natura. Facevo le mie pause pranzo passeggiando nei boschi, con caprioli e scoiattoli che mi attraversavano il sentiero. Una fiaba. Ogni tanto quella del piano di sopra rompeva i coglioni con le gare di spinta dei mobili, e il vicino ascoltava la tv con volume forse un po’ troppo alto, ma tutto sommato erano rumori provenienti da normali attività antropiche, niente di insopportabile. Nella somma delle parti, era comunque vantaggioso e rilassante vivere lì.

Voi direte “embè, qual è il problema?”.

Dopo 4 mesi mia moglie riceve la notizia di aver vinto il concorso straordinario per l’insegnamento, di cui tutti ci eravamo dimenticati, e siccome non era piazzata molto bene in graduatoria, le è capitato un paesino sperduto nel canavese, a 1h e 20 da dove abitavamo. Il pendolarismo è escluso, non mi sentirei in pace facendo fare a mia moglie più di due ore di tornanti al giorno. Da parte mia sono volate una raffica di bestemmie, perché dopo aver cercato e trovato un posto da sogno, dopo nemmeno 5 mesi dovevo lasciarlo.

Incontriamo subito le prime grosse difficoltà nella ricerca della casa: case vecchie, malandate, vetri singoli, infissi mezzi marci o traballanti. La classica zona dove l’ultimo intervento immobiliare risale agli anni ’80. Dopo un mese a cercare e dopo esserci intossicati le vacanze di Natale, arriva quella che sembra essere la classica botta di culo.

Tramite il tam tam tra i bidelli della nuova scuola, si sparge la voce e troviamo un’abitazione a 500 metri dalla sede. La casa è vecchiotta ma tenuta bene, il prezzo non è nemmeno alto e nelle immediate vicinanze ci sono decine di sentieri per trekking e mountain bike.

Un paradiso, all’apparenza.
Organizziamo il trasloco nei weekend e dopo 3 settimane siamo operativi.

La sorpresa del lunedì mattina.

Il mio vicino da incubo è una fabbrica!

Un’azienda che fa stampaggio a caldo. Lavorano su doppi turni dalle 06:00 alle 20:00 e il sabato fanno mezza giornata, si sente un continuo SBAM SBAM SBAM, causato dalla pressa pneumatica che riecheggia in tutta la vallata.

Le pause pranzo nei boschi sono diventate un incubo: paradossalmente, più salgo, più mi inerpico sulle stradine di montagna, e più il rumore arriva forte. In casa devo tenere costantemente accesa una tv, a volume nemmeno troppo basso, per coprire il continuo SBAM SBAM.

Io sono uno di quelli che abita lontano, ma c’è gente che ha la casa a 50 metri: “ma come minchia fanno?” Vivo qui da sole due settimane e me ne vorrei scappare a gambe levate! Stamattina ho udito il primo colpo di pressa alle 06:05, nonostante avessi i tappi nelle orecchie.

Non ho la minima idea di come sia possibile avere una fabbrica che decisamente svolge attività rumorose (siamo ben a di sopra dei 70Db) a un passo dal centro abitato (in linea d’aria, circa 70 metri dalla piazza del paese): ma a suo tempo, chi cacchio le ha firmate le autorizzazioni?

Sono disperato, case decenti non se ne trovano e comunque abbiamo fatto due traslochi in 5 mesi e vorremmo riprendere fiato, per cui per i prossimi mesi mi toccherà vivere qui e mettere i tappi anche di giorno.
Io mi immagino sempre il padreterno mentre sfoglia la mia cartella personale, alla voce “domicilio“, ci pensa su e fa “mi sono sbagliato, tu non dovresti essere lì”, e mi sbatte nel canavese.

Quando ti dicono “se ti da’ fastidio il caos, vattene a vivere sul cocuzzolo di una montagna“, ma tu ci vai e poi scopri che c’è più casino che in metropoli…

ps: lo SBAM che si sente non è quello di semplici martellate. Immaginate una pressa pneumatica di svariate tonnellate, che percuote a intervalli di 3 secondi, in maniera ritmica, delle lastre di metallo. Immaginate il boato. Immaginate una serie di 5 colpi, ripetuti a ritmo cadenzato ogni 20 secondi per ore.

Questa roba farebbe andare al manicomio chiunque. Non è un “normale” rumore causato da attività antropiche.

Leggi l'articolo completo
Vicino

Share
Published by
Vicino

Recent Posts

Lavinia Whateley

La vicina da incubo abita in un palazzo vicino. Millanta di essere un’artista (produce croste…

55 anni ago

L’impicciona

La vicina da incubo era una signora che abitava al terzo piano del palazzo dei…

55 anni ago

Gatto rosso

Salve a tutti, avrei bisogno di una mano/consiglio perché la questione sta andando oltre ogni…

55 anni ago

Il capo condominio

Abitavo in un condominio di 13 appartamenti, Un pomeriggio, appena tornato da lavoro, mi suonano…

55 anni ago

La pazienza ha un limite

Quando ho acquistato questa casa ero al settimo cielo. Un appartamento molto grande e luminoso…

55 anni ago

L’avvocato

Ciao Vicino da incubo, vi aggiorno sulla mia storia (non so se avete ancora i…

55 anni ago