Porco di un vicino!
Ho 23 anni e da poco abito in affitto in una palazzina. Mi sono trasferita con il mio compagno Francesco, lui fa il personal trainer di mestiere, oltre a essere titolare di un’agenzia di Security nelle discoteche e per gli eventi della zona, è un ex body builder, molto grosso ma molto buono, mi dà molta sicurezza perché vista la stazza, incute un certo timore. Ma forse, proprio a causa di questo, nessun uomo si è mai avvicinato a me, neanche per scherzo. Lui mi ha sempre dimostrato amore, ma non si è mai dimostrato protettivo nei miei confronti e ho sempre sofferto un po’ questo suo modo di fare. Almeno fino ad oggi…
Da quando vivo in questo appartamento infatti, ho cominciato a notare un atteggiamento piuttosto strano da parte di un vicino. Per convenienza lo chiamerò Mario. Mario ha 63 anni, sposato, vive con la moglie sotto il mio appartamento. Le sue due figlie, giusto per darvi un’idea sono molto più grandi di me e vivono da sole da diversi anni.
Inizialmente Mario era cordiale. Appena arrivati, lui si era prodigato per tutta una serie di lavoretti, Cavolate, che però, all’inizio, sono state la nostra salvezza. Mi aveva indicato dove si trovava il contatore del mio appartamento, ad esempio, una volta che mi è saltata la luce. Si è offerto di andare a fare la spesa quando io e Francesco abbiamo avuto il sospetto di essere positivi al covid. Ha forzato il lucchetto della nostra cantina, quando abbiamo perso l’unica chiave che avevamo in dotazione. Insomma, Mario era cordiale e pronto a dare una mano.
Una mattina mi sveglio, Francesco ha un appuntamento con un cliente ed esce presto. Sono sola in casa, quando vado in cucina, noto che c’è acqua per terra. Apro lo sportello sotto il lavello, cerco di capire cosa stia perdendo acqua, tocco il flessibile e a quel punto l’acqua comincia ad uscire a getto… Inzuppandomi.
Salgo le scale di corsa e chiamo Mario, non come chiudere l’acqua. Passa 1 minuto lui ha già chiuso l’acqua. Senza fare una piega, si mette al lavoro, ha un flessibile di ricambio e immediatamente comincia a sostituirlo, poi da sotto il lavandino, comincia un dialogo piuttosto imbarazzante.
La prima domanda sembra innocente e con innocenza rispondo.
Lui: “Sei ancora bagnata?”
Io: “eh si, completamente”
A quel punto lui va avanti con allusioni a chiaro sfondo sessuale. Comincia a dirmi che la sera prima ci ha sentiti, che io urlo come una matta (cosa assolutamente falsa) e che si vede che lui “mi scanna”. Poi, mi dice che scherza, poi riprende il discorso, continua a fare allusioni:
“è durissimo”, io schifata è lui prosegue:
“Il raccordo, intendo, è davvero durissimo” pensando che io sia scema e non abbia capito.
La cosa comincia a darmi fastidio e glielo faccio notare.
Lui si scusa, finisce il lavoro e gli chiedo di accettare 30€ (era quello che avevo in quel momento). A quel punto mi dice che non li vuole ma al posto dei 30€ mi fa capire che preferirebbe altro, non specifica.
Io capisco ma sono anche un po’ intimorita: sono a casa da sola con Mario. Faccio finta di nulla e lo accompagno alla porta, lui tentenna, non vorrebbe uscire, ma io insisto e alla fine la chiudo alle sue spalle con sollievo.
Racconto l’episodio al mio compagno ma lui sembra non dar troppo peso alla cosa, minimizza e mi dice che forse ho capito male, che Mario è un brav’uomo e che io sono esagerata. Mi incaxxo proprio, perché ancora una volta sembra che Francesco non voglia rendersi conto che questa situazione mi ha messo in fortissimo disagio.
Da quel momento, il mio rapporto con Mario cambia completamente. Quando lo incrocio cambio strada. Fino a quando, un giorno, devo raggiungere il mio compagno in garage, mi sta aspettando per uscire con la moto. Incrocio Mario sulle scale che portano proprio ai garage, lui mi sbarra la strada e mi dice che non fa altro che pensare a me. Mi giro per andarmene ma Mario non vuole farmi passare. Prova ad afferrarmi i polsi.
Gli grido “lasciami, fammi passare” lui non si muove.
Non faccio in tempo a chiamare Francesco; mi ha sentita, fa le scale velocemente, lo prende per la maglia da dietro, lo tira e gli fa fare la rampa col c*lo.
A quel punto mi aspettavo che gli mettesse le mani addosso ed ero già nel panico, ma Francesco fa una cosa davvero inaspettata.
Mario si è rialzato Francesco gli dice “su, da bravo sali” mentre lo tiene per un braccio.
Lo porta davanti ai citofoni e a quel punto suona. Risponde la moglie e Francesco dice:
“Scendi che tuo marito ti deve parlare”.
Lei arriva tutta trafelata, non comprende bene la scena. Ci siamo io, Francesco e Mario.
“Adesso, da bravo, racconti a tua moglie cosa hai detto alla mia compagna, vedi di ricordarti tutto”.
Mario comincia a raccontare, ma è evidente che è imbarazzato:
“Su, su, dai”, lo incalza Francesco.
Così Mario si sente praticamente in trappola e racconta tutto. Quando non si sofferma sui particolari (come quello delle 30€ rifiutate) è Francesco a ricordargli che non ha detto tutto. Pensavo che mi avesse ascoltata superficialmente, invece, ha registrato ogni singola parola e aiuta Mario a svuotare il sacco.
Guardo la moglie, ha lo sguardo di fuoco. Quando ha quasi finito di raccontare, improvvisamente lei gli sferra un calcio nel sedere che lo fa quasi alzare da terra, poi alla fine, gli dice solo:
“Muoviti, porco, fila in casa”.
Ci ringrazia e si scusa, come fosse lei l’imputata in questo tribunale davanti ai citofoni.
Francesco mi sorride e quando ci allontaniamo mi dice:
“Se gli davo 2 pizze io, non gli facevo male quanto la moglie”.
Forse la VDI sono io? Forse avrei dovuto agire in un’altra maniera? Avrei dovuto denunciare? Non lo saprò mai.
Nel frattempo, Mario non si vede da mesi a volte mi chiedo se la moglie non l’abbia fatto sparire nel sacco dell’umido.
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