L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato, vicini da sogno, Vicini e fatti divertenti

Sliding Doors

“Dai fatti vedere, piccolino…” ed è un battito di ciglia: un nanosecondo e quella carogna maledetta, ringhia come un “cane da lancio” e subito dopo fa un piccolo balzo in avanti, mettendo la testa fuori dalla borsa e bucandomi il dito con i denti aguzzi!

Ritiro immediatamente il dito e faccio subito un sorriso preimpostato in modalità  “Superman ha una colica renale“- Dentro di me, sento la voce bastarda che urla: “Doloreeeee ma che cazzz, sto cane di merd….ma manco poi a chiamarlo cane!” Lei mi guarda quasi preoccupata e io nascondo tutto dietro uno sguardo tipo: “ma no, ci vuole ben altro per sconfiggermi”. In realtà ho un dolore cane (appunto) perché il bastardo mi ha penetrato la pelle dell’indice e già mi vedo senza più un arto sul lettino dell’obitorio.

Lei ride e quando ride è ancor più meravigliosa, poi mi dice una cosa del tipo: “non bisogna fidarsi dei cani, soprattutto se sono piccoli, a volte possono essere micidiali!”.

ehhhh… ma non mi ha fatto niente, figurati” (non è vero cazzoooo) e poi una serie di frasi scontate e ripiene di banalità. “ma no, a me piacciono tanto i cani“. Sentivo la vocina interiore: “quello non si può neanche definire un cane: sono 2 occhi sproporzionati incollati sul corpo di un topo con dei problemi di mobilità”.

“Ma quanto è bellino, davvero, complimenti…. “.  “Bellino? Ma ché bellino, un cane stronzo, grande come uno stronzo di cane”. Sorridevo cercando di soffocare la mia vocina fingendomi innamorato del “pelosino“, mentre guardavo lei estasiato perché i complimenti erano solo per lei e non era bellina, era la cosa più bella che avessi mai visto.

Ecco un altro VDI:   Il cane nella gabbietta

Lei mi dice solo: “mi piacciono le persone che amano gli animali” e a me sono bastate quelle parole a farmi sciogliere. Le stavo per dire “a me piaci tu, cavolo, mi piaci da morire, sono cotto di te, di come parli, di come ti muovi, di ogni tuo respiro” e in quel momento… si sono aperte le porte dell’ascensore.

Lei è uscita, dopo avermi salutato e sorriso.

continua su pagina 3

Lascia una risposta