E proprio come nei film tra indiani e cowboy, in quel momento arrivò il 7° cavalleggeri: lo vidi cornato di un’aurea celestiale, pensai “mio padre, è qui per me, per aiutarmi… Dio esiste”. Papà di mise tra me e il vecchio come se volesse fermare un treno in corsa con le braccia spalancate: e con un tono forte deciso gli chiese: “Che problema ha?”. Lui, rosso in viso dalla rabbia e per nulla intimorito, arrivò davanti alla faccia di mio padre e incazzatissimo gli disse: “che i agashi no devono stae qui che mi dano fasctidio ahhsji nejjiii”.
Inutile dire che non ricordo le parole precise, ma i suoni assomigliavano molto a quelli che ho provato a trascrivere. Evidentemente non era abituato a parlare senza dentiera ma la reazione di mio padre mi lasciò di stucco: perché… semplicemente, la sua faccia minacciosa si trasformò in un sorriso prima e in una mezza risata dopo.
Lui continuò “hhhheee che sciaaiiiii da riscere”. Papà si avvicinò sorridendo, prese l’anziano quasi sotto braccio e gli disse. “dai, vieni con me, andiamo a sciacquare la dentiera”. Il vecchio si rese conto, ancora una volta, di non riuscire a parlare bene e con faccia sconfitta, si fece accompagnare.
La scena finì così, con le mammine che sorridevano e mio padre che accompagnava via il vecchietto.
Il mio amico lo sentii la sera stessa; era scappato a casa ed era ancora impaurito. Lo rassicurai, dicendo che non era successo niente di grave, quando gli raccontai la scena, ridemmo come pazzi.
Da qualche giorno l’anziano non c’è più. Mi dispiace, anche se non è stato con me un modello di saggezza, né ciò che ci si aspetterebbe da un nonno. Era una persona scorbutica e per qualche motivo ce l’aveva con il mondo intero. Il fatto che sia deceduto è stato un po’ l’interruttore che spegne l’adolescenza e accende una nuova era della mia vita. So che è stato cremato insieme al suo bastone, un abbraccio sig. Raffaele, e con queste parole, voglio ricordarlo ovunque sia ora.
p.s. quell’amico che é scappato non é piú mio amico.
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