Poi una sera, rientrando a casa, mi trovo un biglietto dentro casa con scritto che ammazzerà me, mia moglie e “il bastardo che sta per nascere“: A quel punto Erika comincia a perdere il controllo. Torno in caserma e stavolta mi incazzo.
Mi dicono che non possono fare niente, perché non sono sicuri che sia stato lui e perché, anche fosse, questa persona a loro dire, non è in grado di intendere e di volere. Insomma, mi fanno capire che il vicino è uno squilibrato ma che non è pericoloso, comunque “terranno la situazione sotto controllo”.
Il biglietto, è stato fatto scivolare sotto la porta, quindi è entrato nella nostra proprietà, faccio presente che si tratta di violazione di proprietà privata ma la risposta è, praticamente, sempre la stessa.
Sono sicuro che sia il vicino, sono certo al 100%. Compro delle telecamere e lo vedo aggirarsi di notte, nei dintorni del giardino, anche se senza mai beccarlo dentro la prorietà. Prendo anche le immagini registrate sul telefonino e le porto dai carabinieri. Ormai, per loro, il paranoico sono io e il vicino è la vittima. Mi hanno preso come il rompicoglioni di turno, quando mi vedono hanno l’aria di quelli che pensano: “che palle, ancora qui sei?”
Ricapitolando: stalking, violazione di proprietà privata, minacce, ingiurie, la sicurezza che esista un colpevole e non si può fare niente?
4 anni, per 4 lunghi anni, mi sono trovato con questo tizio a controllare ogni nostro movimento, a spiarmi con un binocolo qualsiasi cosa facessi, a non poter lasciare una tenda o una finestra aperta, a non poter usare il giardino senza trovarmi i suoi occhi addosso. Per 4 anni, ogni volta che invitavo un amico mi sentivo sotto i raggi X, ogni volta che sentivo un rumore avevo paura di trovarmelo dietro la porta di casa, magari con un coltello in mano.
Un giorno si e uno no, mi trovavo con biglietti con insulti, minacce di morte, accuse assurde. Ho trovato entrambe le macchine rigate, il cancello aperto e feci umane in giardino.
Le telecamere l’hanno inquadrato un milione di volte mentre entrava nella nostra proprietà, ma siccome era “incapace di intendere e di volere”, faceva molta attenzione ad evitare di farsi riprendere in viso. Ormai aveva capito dove erano posizionate le telcamere. Abbiamo messo (a nostre spese) un allarme volumetrico e perimetrale.
Oltre al citofono suonato in piena notte e tenuto premuto con uno stuzzicadenti (abbiamo dovuto staccarlo), i tizio aveva capito come far suonare il perimetrale, semplicemente agitando qualcosa davanti ai sensori in giardino. Buttava stracci e spazzatura davanti ai sensori facendo suonare la sirena esterna e quella interna (che vi assicuro è da infarto). Una notte è stato ripreso da una telecamera mentre scaraventava un gatto oltre la rete per far azionare i sensori.
Le notti erano diventate impossibili, il bambino non dormiva e quando alla fine si addormentava e noi riscivamo a riposare, capitava che ci svegliamo di colpo, sempre in preda al panico. Abbiamo chiamato la polizia, in un paio di circostanze, spaventati (e se non fosse stato lui, ma qualcuno che provava ad entrare in casa?).
Non abbiamo MAI risolto nulla. Il problema, in quel periodo, sono state le crisi di panico di Erika, ormai diventata un fantasma, in preda ad angosce di ogni tipo, paura. Era sempre nervosissima, incazzata, irritabile, paranoica: l’ombra della donna che era all’inizio.
Stanchi, sfiniti, emotivamente a pezzi, abbiamo dovuto andarcene da quel posto. Abbiamo fatto vincere lui, la sua “pazzia” che stava diventando la nostra. Abbiamo trovato un altro posto, con molta, molta fatica ma l’abbiamo comprato. Con il tempo siamo tornati a vivere e ad essere sereni. Oggi viviamo tutti e 3 felici e presto saremo in 4. Non abbiamo più il giardino che amavamo, ma abbiamo ricominciato una vita normale.
La cosa che mi dispiace in tutto questo, è l’aver saputo, tempo dopo, che la padrona di casa non ci ha raccontato la verità: sapeva benissimo a cosa saremmo andati incontro perchè lei stessa si era trovata nell’identica situazione, dopo aver vissuto li, per qualche mese, stanca di quell’uomo, era tornata dai genitori.
Qualche giorno fa, ho incontrato uno dei vicini al supermercato e mi ha detto che dopo di noi è venuta un’altra famiglia. Hanno resistito un paio di mesi, poi se ne sono andati. Tutti sapevano che quell’uomo non sta bene di testa e la sua ossessione sono quelli che occupano l’appartamento davanti al suo, mi chiedo perchè, al posto di far finta di nulla, non mi abbiano avvisato subito, al posto di farmi vivere un calvario che ci ha portati molto, molto, vicino all’esaurimento nervoso.
Per favore pubblica in anonimo perchè il tizio è vivo e vegeto.
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"Per favore pubblica in anonimo perchè il tizio è vivo e vegeto" e poi ci sono dettagli come il nome della fidanzata. Are you kidding me?
Quindi? Attraverso il nome Erika, sei in grado di dire di chi si parla? Sai se si tratta del vero nome della ragazza o un nome di fantasia? Sai dove si svolge la storia?
Se avesse firmato con nome e cognome il racconto oppure se lo avessimo scritto noi, forse, qualcuno avrebbe anche potuto arrivarci.
Ma così? Ci sei forse arrivato tu grazie a "Erika"?
Seriously, are U kiddin' me?
Sono l'unica stronza che alle minacce di morte e al non intervento della polizia avrei risolto la situazione con le mie mani?
No Kiki, la penso come te