Abitavo a Milano in appartamento.
Sentii che la mia vicina stava litigando con la figlia per telefono. Lei e il suo compagno avevano intenzione di prendere in affitto la casa al piano terra accanto all’entrata della palazzina, ma la madre non era d’accordo perché il ragazzo “aveva un carattere bizzarro“. Parole sue, che poi aveva ragione.
Alla fine prendono casa e la mamma si adegua. Fin da subito si nota il rocambolesco rapporto di coppia, litigi e schiamazzi disturbando la quiete, oltre la loro mal gestione dell’abitazione, con la pattumiera ovunque e il loro povero cane costretto a vivere nel fango.
Il cattivo odore di feci ed immondizia all’ingresso diede fastidio ai condomini, tanto che qualcuno scrisse una severa lettera all’amministratore. A questo avvertimento per un certo periodo si calmarono e pulirono lo sporco. Poi però iniziarono a lamentarsi col proprietario: troppi euro al mese per pochi metri quadrati di casa e lo invitarono a calare il prezzo, ma lui non ne voleva sapere.
Con lui ebbero poi un battibecco sul fatto che, quando non erano in casa, lui passava a controllare lo stato di pulizia del giardino, spiando dalla siepe fuori casa per decine di minuti per poi andarsene.
Una notte la coppia litigò pesantemente: si sentirono tonfi, pugni su porte, mobili e muro, grida, parolacce e bestemmie. Sembrava che da un momento all’altro dovesse venire giù la casa. Tutto il condominio si svegliò ma nessuno intervenne per timore di una sua reazione violenta. Non chiusi occhio tutta la notte, fecero casino dalle 2 fino alle 7.
Pochi giorni dopo accadde per una seconda volta.
Ad un tratto dalla mia finestra vidi il tipo che metteva i suoi vestiti in sacchi in plastica e se ne andò arrabbiato, dicendo che non sarebbe più tornato. Tirai un sollievo e con un sorriso dissi: “Finalmente!”, ma poco dopo ritornò.
Alla fine si beccarono una bella denuncia a nome dell’amministratore e condomini e si trasferirono.
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