Arriva una mail da parte dell’amministratore, dall’oggetto posso intuire di essere l’unico motivo della segnalazione da parte di un condomino anonimo.
L’amministratrice è nuova, dato che il precedente lo abbiamo buttato fuori, quindi ancora non ci conosce.
Dopo aver letto il testo della missiva, la chiamo e le chiedo lumi riguardo la segnalazione, dato che posso intuire chi potrebbe averla inviata, in quanto ho sempre ribadito che il mio campanello funziona, ora a maggior ragione, dato che sono stati sostituiti in entrambe le palazzine del complesso.
Nello specifico, l’oggetto della comunicazione era il divieto di fare giocare i bambini nelle parti comuni, aggiungendo che in caso di incidente sarebbe stato concorso di colpa, causa omessa custodia di minori; ma ho sorriso al fatto che anche la morale vuole la sua parte, dato che almeno io non entro a tutta velocità in garage e l’attenzione deve prestarla chiunque, e se i miei figli giocano nel garage per qualche minuto, e non per mezza giornata, ho sempre insegnato loro di evitare i giochi che possono creare disturbo.
Purtroppo, è stato sporcato un muro, sulla comunicazione, a ragione, si invita l’artefice a ripristinare; se me ne fossi accorto avrei in primis sgridato mio figlio e poi avrei sistemato immediatamente.
Ma ci sono molti punti oscuri, dato che chi sospetto abbia segnalato la cosa mi passa davanti più volte durante la giornata e avrebbe potuto segnalarmi il problema senza passare ai piani alti.
Non essendo nuova di questa strategia, per futili motivi, ho comunicato all’amministratrice di comunicare alla persona che ha segnalato il “problema” che se vuole che venga sistemato il tutto me lo deve far notare direttamente dato che siamo adulti e tutti proprietari, non bambinelli che vanno a dire alla maestra se gli hanno tirato i capelli; a fare il lavoro ci si mettono pochi minuti, ma l’ho presa come una questione di principio.
Sono in attesa anche dell’articolo del regolamento condominiale che mi attribuirebbe responsabilità del sinistro se una persona esaurita pensa di essere chissà chi.
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