Vivevo in un appartamento con un cane di piccola taglia.
Il cane veniva lasciato (con tutte le comodità a disposizione) in casa mentre noi eravamo in ufficio. Purtroppo soffriva di solitudine, quindi per circa 10-20 minuti (in tutta la giornata) piangeva e ululava. Il resto della giornata dormiva. Anche per questo motivo non ce la sentivamo di lasciarlo in giardino, in modo da “attutire” i lamenti, seppur limitati, con le finestre chiuse.
So che si comportava così perché, a seguito di lamentele (fatte soltanto davanti a tutti durante l’assemblea condominiale) dell’inquilino che viveva due piani sopra al nostro, avevo installato delle telecamere per controllarlo e registrarne la “fastidiosità”. Mi aspettavo una denuncia da un momento all’altro e volevo potermi difendere adeguatamente.
Il vicino non salutava mai, ho trovato la moglie che “sbirciava” dalle nostre finestre (eravamo al piano terra), lui ci fomentava contro l’amministratore e continuava a mandarci lettere firmate “I condomini”, quando era solo lui che si lamentava.
Una volta avvisato l’amministratore che il suddetto vicino mandava lettere a nome di tutti i condomini, senza alcuna autorizzazione, e che non aveva prove del rumore, mentre io sì, ha smesso di ascoltarlo e di rompermi le palle.
In seguito ho scoperto che si lamentava dei vicini al piano di sopra perché “il cane con le unghiette faceva rumore quando camminava sul parquet”, perché “scendono le scale per andare al lavoro alle 6 di mattina invece che prendere l’ascensore” e altre cose di questo tipo.
Il karma colpisce velocemente: al piano sotto di loro si trasferisce una famiglia molto “movimentata” che faceva grigliate in balcone. Gli arrestano il figlio per una storiaccia di truffa e, per concludere, vendo il mio appartamento a una signora che la usava anche come rifugio per cuccioli abbandonati.
Karma, bitch!
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