La cosa sta cominciando a preoccuparmi, per carità, in quel momento non c’era nulla di particolarmente strano, ma cominciavo ad avere dei dubbi su questo rapporto. Passa il tempo, fino a quando, un giorno, vado a trovare mamma e mi apre lui.
Rimango a dir poco di stucco, sono agitata e ho il cuore in gola. Entro e subito gli chiedo dov’è mia madre. Lui mi risponde che… le stava lavando i capelli. Mi faccio strada dentro casa e spalanco la porta del bagno. Lei è li, con in capelli bagnati. Faccio un sospiro di sollievo e lei mi rassicura, dicendo che lui è un bravo ragazzo e non devo preoccuparmi.
Parlo con lui e gli dico che prima di entrare in casa da mia madre, deve avvisarmi perchè la donna è anziana e malata. Lui mi guarda con un sorriso che non dimenticherò e mi dice che mia madre è perfettamente consapevole di quello che sta facendo e che “ha superato i 18 anni da parecchio tempo“. Mi incazzo e non poco perchè sarà anche maggiorenne ma non ha il pieno controllo delle proprie facoltà mentali, è una persona fragile ed indifesa e lui non le si deve avvicinare.
Lo invito ad andarsene e lui se ne và, non prima di aver raggiunto mamma in bagno ed averle dato un bacio a stampo sulla bocca. La scena è raccapricciante e mi sento male. Mamma sembra una bambina felice ma io sto male e non so come fare. Lo prendo per un braccio, li giro verso di me e gli urlo a 1 cm dalla faccia che non si permetta mai più. Lui non risponde, mi sorride e se ne va. Rimango attonita, senza riuscire a dire una parola di più.
Decido di non lasciarla da sola quella notte e di dormire da lei. Le asciugo i capelli e volo a casa mia per prendere le mie cose e trasferirmi da lei fino a quando non avrò capito cosa sta succedendo.
Rientro dentro casa di mia madre. In quel periodo sta prendendo diverse medicine. Quando apro il mobiletto con le medicine per mamma mi accorgo che è quasi vuoto. Non è possibile: so di averle portate io a casa e la “scorta” è quella di un mese. Mamma non può averne prese più del dovuto, perchè ogni giorno le lasciamo quelle da prendere in camera sua, mentre le scatole sono nell’armadietto del bagno. Chiamo entrambi i miei fratelli e spiego loro la situazione: nessuno dei due ha una spiegazione plausibile, inoltre la malattia di mamma sta progredendo ad un ritmo insostenibile: qualcosa non va. In pochi mesi i momenti di lucidità sono sempre meno e la cosa va avanti in modo esponenziale.
Chiedo a mamma se il vicino è entrato in casa altre volte, lei non sa rispondermi con precisione, prima mi dice di si, poi di no, poi non ricorda.
Quella notte dormo piuttosto angosciata: mia madre sostiene di essere innamorata del vicino ma lo chiama con il nome di mio padre. Quando le chiedo di mio padre, mi dice che abita nel palazzo. Il suo stato confusionale è evidente. È chiaro che non è più autonoma: in alcuni momenti è perfettamente lucida, ma in altri….. la situazione è quella appena descritta.
Lascia una risposta