Vita normale non pervenuta

Ormai vivevo e lavoravo nel Veneto da qualche anno, quando ho incontrato Anna (nome di fantasia). Lei è stata per me la luce nel buio e poco tempo dopo mi sono innamorata perdutamente. Venivo da una famiglia molto religiosa e molto legata alle tradizioni di un piccolo paese della Sicilia, non avevo mai avuto, fino a quel momento, un pensiero per un’altra donna.

Non mi sentivo affatto attratta dal mio stesso sesso e l’idea non mi aveva mai nemmeno sfiorata. Ma Anna aveva qualcosa di diverso. Lei era la mia sicurezza, la mia metà della mela e tutto cambiò radicalmente quando mi abbandonai a ciò che sentivo, facendo crollare un muro di pregiudizi. Anna è un medico ed io lavoro nel suo studio, mi sono trasferita a casa sua insieme a mia figlia e la vita ha preso quella piega meravigliosa che ho sempre sognato ed il destino sembrava avermi tolto. Siamo diventati una famiglia, abbiamo arredato insieme la casa e abbiamo fatto entrambe da genitore.

Ora so che molti di voi storceranno il naso, ma non mi interessa. Sto raccontando la storia della mia vita e se siete persone che si scandalizzano nel vedere 2 donne che sia amano, potete anche smettere di leggere. Perché gli unici problemi che abbiamo avuto negli anni, ce li hanno causati proprio quei falsi moralisti che si indignano nel vedere insieme due persone dello stesso sesso, in modo particolare, io e Anna abbiamo dovuto lottare contro una categoria che voi conoscete bene: i vicini di casa. A pochi è sfuggito il fatto che eravamo due donne ed una bambina.

I nostri vicini sono stati quanto più di schifoso il genere umano possa partorire. Pensavo che la mentalità retrograda fosse tipica del sud Italia, ma vi posso assicurare che anche qui ci sono persone che non sono degne di appartenere al genere umano e purtroppo, molte di queste vivono vicino a noi.

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