Categories: Storie dal vicinato

Vita normale non pervenuta

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La prima volta che i vicini ci hanno dimostrato il loro “affetto” è stato quando abbiamo trovato la scritta “troie lesbiche” sui vetri della macchina. Un colpo di tergicristalli e ci abbiamo riso sopra. Da quel momento è stato un crescendo di insulti e dispetti. Nella nostra cassetta della posta c’erano lettere in continuazione.

Quando arrivava una bolletta era quasi un sospiro di sollievo, visto che le altre volte erano fogli scritti al computer, piene di schifezze e insulti, la maggior parte delle volte a sfondo sessuale, come se fossimo entrate nelle fantasie di qualche malato. Abbiamo cominciato a trovare incisioni fatte con le chiavi, con i nostri nomi accompagnati da insulti omofobi.

Hanno rigato la macchina di Anna, hanno preso a sassate le nostre persiane, hanno urinato sul nostro zerbino, distrutto i nostri fiori, tagliato le gomme dell’auto. Tutti ci sorridevano, tutti erano cordiali, tutti solidali, ma in mezzo a loro, si nascondevano almeno un paio di esseri di merda, tra cui uno o più pervertiti e uno o più omofobi, visto che i messaggi avevano natura diversa; chi era palesemente eccitato e chi era palesemente schifato .

Decidiamo procedere con una denuncia contro ignoti. Non succede assolutamente nulla, anzi, forse qualche giorno dopo succede uno degli episodi peggiori: ci troviamo la porta di casa schizzata…. Vi lascio immaginare.

Qualcuno aveva oscurato lo spioncino con del nastro adesivo e si era divertito. Scusate se non scendo nei particolari ma mi fa schifo solo il pensiero, soprattutto perché c’era una bambina in casa.

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Redazione

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  • Brave ragazze io sono con voi,continuate a vivere il vostro meraviglioso amore e spero che la vostra vita ora sia più serena

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