Storie dal vicinato

Zoran il barbaro, Zoran il distruttore

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Un ragazzetto smilzo col cappellino da baseball messo al contrario, un pregiudicato piuttosto noto qui in zona: furti, spaccio di cocaina, crack e soprattutto mastro chef, genio della cucina, gran visir, farabutt. figlio di putt. creatore di ambite metanfetamine, le droghe sintetiche che ti devastano faccia e cervello.

Il moroso, che chiameremo Eladio (ogni riferimento a Breaking Bad è puramente causale) stava scontando una pena di detenzione domiciliare per reati relativi allo spaccio di droghe naturali e sintetiche. Era uno attento e non si poteva certo dire che non offrisse una vasta gamma di prodotti alla sua clientela.

Da quel giorno in avanti le persiane si abbassarono e non si sollevarono mai più fino al giorno dello sfratto, poco più di un anno dopo.

Di giorno dormivano, forse.

Lui usciva solamente per il controllo di routine delle forze dell’ordine che venivano a verificare che fosse sempre in casa. Sfoggiava il suo fascinoso sorriso con qualche dente nero e qualche altro mancante e tornava in casa.

La notte, come i vampiri, prendevano vita.

Se dormivano di giorno e non andavano da nessuna parte avranno pure avuto il diritto di fare un po’ di festa fino a notte fonda.

Chi siamo noi vecchi vicini di casa nevrotici rompipalle per non farli vivere?

Il via vai di gente che suonava a tutte le ore della notte era impressionante. I locali della riviera Romagnola gli facevano una pippa.

Nel vano garage sotterraneo avvenivano i party serali con i gli amici, clienti o followers che fossero. In un box sempre aperto, a fianco al mio, accatastavano materiale di scambio: bici, cellulari, occhiali da sole, scooter senza targa, un bazar in un cubo di cemento armato.

Spesso il garage veniva usato anche come dormitorio e orinatoio per i distinti amici. Erano educati però, mi salutavano con un cenno quando rincasavo con l’auto e si assicuravano che chiudessi bene il garage in modo che qualche male intenzionato non volesse rubarmi qualcosa.

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Le forze dell’ordine sapevano tutto, (ho poi saputo), ma aspettavano per le loro ragioni di indagine.

Nel privée dell’appartamento, di notte, le urla e gli schiamazzi incessanti hanno seriamente minato la stabilità psichica ed emotiva dei miei vicini confinanti con Eladio.

Ho saputo che due inquilini hanno cambiato casa dopo pochi mesi rinunciando alla caparra, pur di andarsene.

Un bel giorno la ragazzina, in un momento di lucidità, è uscita di casa e quando ha tentato di rientrare Eladio non apriva: era talmente strafatto che sono intervenuti i pompieri per aprire la porta e controllare non fosse morto.

Si era semplicemente ustionato le mani (problemi di cottura) ed aveva respirato una botta di gas derivante da una delle sue creazioni chimiche.

Un colpo di senno della madre ha fatto si che la ragazzina, plagiata, strafatta e incinta, riuscisse a scappare da quella casa.

Ci sono voluti altri 7, 8 mesi perché Eladio ci lasciasse grazie allo sfratto per morosità e ad un provvedimento del Tribunale di Sorveglianza.

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Redazione

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