Ricordo bene il giorno dello sgombero, un sabato mattina, quando il proprietario sconsolato ha portato fuori anche i mobili per buttarli.
Tutta la cucina era bruciata dagli esperimenti che faceva il nostro piccolo chimico incompreso per creare le metanfetamine, il materasso era incredibilmente nero, e l’armadio pieno di buchi, come se colpito da fenditure di coltello.
I vicini hanno così capito quei rumori notturni.
Lanciava il coltello sull’armadio come se fosse un tiro a segno.
Eladio nel frattempo strafatto e delirante, portato fuori in barella urlava parole incomprensibili.
Cazzo, se non erano mille volte meglio Zoran e la sua moto triciclo rumorosa.
In casa è poi venuta la disinfestazione, hanno ritinteggiato tutto, tolto le macchie di vomito dai muri e cambiato le porte interne e i sanitari.
Eladio, abbiamo appreso dai giornali locali, è subito scappato all’estero. Di lui non sappiamo nulla, posso solo immaginarlo vicino molesto di qualcun altro.
La ragazzina è andata in una comunità. Il bambino, appena nato, è stato dato in affido.
Sono stati momenti concitati, ognuno di noi ha reagito a modo suo, ma se ora penso che in quell’appartamento ci abita Dexter, il precisino, Dexter l’igienista, Dexter dal doppio cuscino sul davanzale…
Mi verrebbe da raccontarglielo…… ma vorrei vivere giusto il tempo di scrivere altri 3 o 4 post quindi, no, non glielo dirò mai perché in fondo lo so che è troppo normale e a modo per essere vero, e quindi è inequivocabilmente un cazzuto di serial killer (o almeno lasciatemelo immaginare poeticamente così).
**di Massimo Atzeni
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